Il card. Pham Minh Man contrario ai progetti di estrazione di bauxite negli altipiani centrali promossi dal governo. Il porporato denuncia quanti “danneggiano l’ambiente in nome dello sviluppo economico” e invita a preservare la natura “per le generazioni future”.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – “L’ambiente naturale è un dono del Creatore che tutti noi possiamo condividere”; esso appartiene “a tutti, non a un gruppo particolare o a una minoranza” e va preservato “per le generazioni future”. È quanto afferma il card. Jean Baptiste Pham Minh Man, arcivescovo di Ho Chi Minh City, nella lettera pastorale pubblicata il 28 maggio scorso. Il porporato ricorda anche ai fedeli che “proteggere l’ambiente è compito di ogni cristiano”.
La letterale pastorale incentrata sui temi ecologici è una risposta alle recenti decisioni governative che, in nome dello sviluppo economico, rischiano di causare danni ingenti all’ambiente. Il porporato ricorda due casi in particolare: l’inquinamento del fiume Thi Vai, a Ho Chi Minh City, provocato da una fabbrica del gruppo Vedan Vietnam specializzata nella produzione di glutammato, amido e soda; la decisione del parlamento vietnamita di promuovere l’estrazione di bauxite nelle miniere degli altipiani centrali del Paese.
La vicenda legata alle miniere degli altipiani centrali ha generato diffuse proteste fra i vietnamiti. A difesa dell’ambiente e dell’identità nazionale si è schierato anche il generale Vo Nguyen Giap, il leggendario eroe di guerra, che si è opposto con vigore alle estrazioni di bauxite. La battaglia del generale Giap è caratterizzata da una impronta nazionalista: egli, infatti, non vede con favore la presenza di centinaia di migliaia di lavoratori cinesi nelle miniere, i quali potrebbero beneficiare più della popolazione locale dei proventi ricavati dalle estrazioni.
Nella lettera pastorale, il card. Pham Minh Man ricorda le preoccupazioni della popolazione, degli intellettuali e degli ambientalisti e spiega che “nessuno si può arrogare il diritto di danneggiare o controllare [l’ambiente] nemmeno in nome dello sviluppo economico”. Il porporato denuncia gli imprenditori che pensano solo “al proprio tornaconto” senza prendere in considerazione “gli effetti collaterali causati” dalle loro fabbriche e industrie. “Queste strategie di sviluppo economico – conclude l’arcivescovo della ex-Saigon – possono solo condurre al caos. Non sono utili né al bene comune della società, né al futuro della nazione”.
Critiche alla scelta governativa di promuovere l’estrazione di bauxite negli altipiani centrali sono state sollevate da diversi settori della società vietnamita. Il partito comunista ha preso di mira però solo la comunità cattolica: il mese scorso due redentoristi – p. Peter Nguyen Van Khai e p. Joseph Le Quang Uy – sono stati attaccati per la loro opposizione al progetto. I media ufficiali li hanno definiti “stupidi” e “ignoranti” perché danneggiano l’unità nazionale, il processo di sviluppo e mirano a rovesciare il regime comunista al potere. Accusa, quest'ultima, punibile con la pena di morte.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – “L’ambiente naturale è un dono del Creatore che tutti noi possiamo condividere”; esso appartiene “a tutti, non a un gruppo particolare o a una minoranza” e va preservato “per le generazioni future”. È quanto afferma il card. Jean Baptiste Pham Minh Man, arcivescovo di Ho Chi Minh City, nella lettera pastorale pubblicata il 28 maggio scorso. Il porporato ricorda anche ai fedeli che “proteggere l’ambiente è compito di ogni cristiano”.
La letterale pastorale incentrata sui temi ecologici è una risposta alle recenti decisioni governative che, in nome dello sviluppo economico, rischiano di causare danni ingenti all’ambiente. Il porporato ricorda due casi in particolare: l’inquinamento del fiume Thi Vai, a Ho Chi Minh City, provocato da una fabbrica del gruppo Vedan Vietnam specializzata nella produzione di glutammato, amido e soda; la decisione del parlamento vietnamita di promuovere l’estrazione di bauxite nelle miniere degli altipiani centrali del Paese.
La vicenda legata alle miniere degli altipiani centrali ha generato diffuse proteste fra i vietnamiti. A difesa dell’ambiente e dell’identità nazionale si è schierato anche il generale Vo Nguyen Giap, il leggendario eroe di guerra, che si è opposto con vigore alle estrazioni di bauxite. La battaglia del generale Giap è caratterizzata da una impronta nazionalista: egli, infatti, non vede con favore la presenza di centinaia di migliaia di lavoratori cinesi nelle miniere, i quali potrebbero beneficiare più della popolazione locale dei proventi ricavati dalle estrazioni.
Nella lettera pastorale, il card. Pham Minh Man ricorda le preoccupazioni della popolazione, degli intellettuali e degli ambientalisti e spiega che “nessuno si può arrogare il diritto di danneggiare o controllare [l’ambiente] nemmeno in nome dello sviluppo economico”. Il porporato denuncia gli imprenditori che pensano solo “al proprio tornaconto” senza prendere in considerazione “gli effetti collaterali causati” dalle loro fabbriche e industrie. “Queste strategie di sviluppo economico – conclude l’arcivescovo della ex-Saigon – possono solo condurre al caos. Non sono utili né al bene comune della società, né al futuro della nazione”.
Critiche alla scelta governativa di promuovere l’estrazione di bauxite negli altipiani centrali sono state sollevate da diversi settori della società vietnamita. Il partito comunista ha preso di mira però solo la comunità cattolica: il mese scorso due redentoristi – p. Peter Nguyen Van Khai e p. Joseph Le Quang Uy – sono stati attaccati per la loro opposizione al progetto. I media ufficiali li hanno definiti “stupidi” e “ignoranti” perché danneggiano l’unità nazionale, il processo di sviluppo e mirano a rovesciare il regime comunista al potere. Accusa, quest'ultima, punibile con la pena di morte.