Il luogo era stato proclamato dal governo vietnamita “sito della memoria”, in quanto colpito dai bombardamenti americani. I funzionari locali hanno ora firmato un contratto con una società edilizia, che renderà milioni di dollari.
Hanoi (AsiaNews) - Agitando bandiere del Vaticano (nella foto), fedeli delle parrocchie di Cau Ram, Yen Dai e Ke Gai del decanato di Cau Ram, nella diocesi di Vinh, hanno dato vita, domenica, a una manifestazione per protestare contro la decisione delle autorità locali di trasformare in zona residenziale il terreno della chiesa di Cau Ram.
Il terreno durante la guerra era stato trasformato in base militare e alla fine delle ostilità era stato proclamato dal governo vietnamita “sito della memoria”, che sarebbe stato “preservato e protetto per le future generazioni, in ricordo dei crimini di guerra degli americani”, che avevano pesantemente colpito gli edifici parrocchiali, comprendenti, accanto a un lago, anche la sacrestia, uffici e le abitazioni dei sacerdoti.
Inascoltate le richieste dei cattolici di poter ricostruire la loro chiesa, edificata all’inizio del ‘900, il terreno in un primo momento è stato diviso in due per permettere la costruzione di una strada che da Hanoi (330 chilometri a nord) porta alla casa di Ho Chi Minh, lo “Zio Ho” che ha portato all’unificazione del Paese sotto il regime comunista.
In questo quadro, la decisione di realizzare sul terreno appartamenti da vendere a privati, che frutteranno ai funzionari milioni di dollari, ha provocato vibrate proteste, che per due anni hanno bloccato il progetto. Ora, invece, è stato firmato un contratto con una società edilizia, che ha cominciato immediatamente i lavori.
Ed è tra i piloni delle nuove costruzioni che domenica scorsa, dopo la messa di Pentecoste, c’è stata la pacifica protesta dei parrocchiani, che chiedono la sospensione dei lavori.
La vicenda di Cau Ram ricorda quanto accaduto nel luglio dell’anno scorso a Tam Toa, anch’essa “luogo della memoria”, in quanto semidistrutta dai bombardamenti americani, mai restituita alla diocesi e al centro di progetti di costruzione immobiliare.
In alcuni ambienti cattolici, l’atteggiamento assunto dalle autorità di Vinh viene messo in relazione anche con le dimissioni di mons. Kiet, l’arcivescovo di Hanoi ritiratosi per motivi di salute. Era un fermo difensore dei diritti della Chiesa, oltre che della libertà di religione e il regime, che ha dipinto le dimissioni come una sua “vittoria”, ora si sentirebbe più libero di portare avanti sopraffazioni.
Cattolici protesta presso il sito di costruzione |
Il terreno durante la guerra era stato trasformato in base militare e alla fine delle ostilità era stato proclamato dal governo vietnamita “sito della memoria”, che sarebbe stato “preservato e protetto per le future generazioni, in ricordo dei crimini di guerra degli americani”, che avevano pesantemente colpito gli edifici parrocchiali, comprendenti, accanto a un lago, anche la sacrestia, uffici e le abitazioni dei sacerdoti.
Inascoltate le richieste dei cattolici di poter ricostruire la loro chiesa, edificata all’inizio del ‘900, il terreno in un primo momento è stato diviso in due per permettere la costruzione di una strada che da Hanoi (330 chilometri a nord) porta alla casa di Ho Chi Minh, lo “Zio Ho” che ha portato all’unificazione del Paese sotto il regime comunista.
In questo quadro, la decisione di realizzare sul terreno appartamenti da vendere a privati, che frutteranno ai funzionari milioni di dollari, ha provocato vibrate proteste, che per due anni hanno bloccato il progetto. Ora, invece, è stato firmato un contratto con una società edilizia, che ha cominciato immediatamente i lavori.
Ed è tra i piloni delle nuove costruzioni che domenica scorsa, dopo la messa di Pentecoste, c’è stata la pacifica protesta dei parrocchiani, che chiedono la sospensione dei lavori.
La vicenda di Cau Ram ricorda quanto accaduto nel luglio dell’anno scorso a Tam Toa, anch’essa “luogo della memoria”, in quanto semidistrutta dai bombardamenti americani, mai restituita alla diocesi e al centro di progetti di costruzione immobiliare.
In alcuni ambienti cattolici, l’atteggiamento assunto dalle autorità di Vinh viene messo in relazione anche con le dimissioni di mons. Kiet, l’arcivescovo di Hanoi ritiratosi per motivi di salute. Era un fermo difensore dei diritti della Chiesa, oltre che della libertà di religione e il regime, che ha dipinto le dimissioni come una sua “vittoria”, ora si sentirebbe più libero di portare avanti sopraffazioni.