Timori per una nuova ondata di violenze contro i sacerdoti. I redentoristi hanno criticato gli espropri ingiusti del governo ad Hanoi e lo sfruttamento delle miniere di bauxite fra i montagnard del Vietnam Centrale. Le autorità comuniste citano il papa per darsi ragione, ma non attuano il dialogo con la popolazione.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Il comitato popolare di Ho Chi Minh City ha emesso un comunicato in cui si denuncia la comunità redentorista della città di andare contro “la politica del Partito e le leggi della nazione”. I cattolici temono la ripresa di nuove violenze contro i sacerdoti.
Il comunicato a firma di Pham Ngoc Huu, presidente del comitato è stato pubblicato il 28 dicembre scorso e diffuso in tutti i media statali. In esso si accusa la chiesa di Nostra Signora del perpetuo soccorso nella città del sud di aver organizzato delle veglie di preghiera in massa “con la partecipazione di molti preti, religiosi e laici da altre regioni del Paese senza il permesso del governo locale per distorcere, accusare in modo falso e criticare il governo”.
Il comunicato afferma che i redentorista hanno usato il bollettino parrocchiale per “pubblicare articoli e immagini che spingono i fedeli a fraintendere la politica del Partito e le leggi della nazioni”.
In effetti negli ultimi due anni, la chiesa dei redentoristi ha ospitato molti momenti di preghiera e veglie per sostenere i confratelli di Thai ha ad Hanoi, nella loro lotta per salvare i terreni della parrocchia, requisiti ingiustamente dal governo della città.
La chiesa e i fedeli di Nostra Signora del perpetuo soccorso viene da allora tenuta sotto il controllo della polizia, in uniforme e in borghese che fotografa e filma tutti i presenti. Grazie a un sistema di altoparlanti piazzati attorno alla chiesa, i poliziotti disturbano le funzioni e le veglie.
Il comunicato cita in particolare la veglia tenutasi in parrocchia lo scorso 27 luglio. Il raduno si era tenuto in occasione degli attacchi violenti contro due sacerdoti di Dong Hoi (Cfr. AsiaNews.it, 28/07/2009 Prete in coma perché picchiato dalla polizia. Proteste dei cattolici in tutto il Vietnam).
Pham Ngoc Huu attacca in modo pesante anche il padre redentorista Joseph Le Quang Uy, un noto attivista pro-life. “Le Quang Uy – dice il comunicato – aiuta le forze ostili e reazionarie a condurre propaganda contro la Repubblica socialista del Vietnam”. Il sacerdote è accusato di “sfruttare il suo ruolo nel condurre la preghiera per distorcere la situazione sociale, politica ed economica del Vietnam, denunciando il governo per violazioni dei diritti umani… minando così la grande unità nazionale”.
Nei mesi scorsi il sacerdote ha criticato le scelte del governo per lo sfruttamento delle miniere di bauxite fra i montagnard del Vietnam centrale e ha già subito attacchi dai media statali che chiedevano la sua condanna fino a 20 anni di prigione (v. AsiaNews.it, 02/07/2009 Un redentorista rischia l’accusa di voler rovesciare il regime vietnamita).
Huu accusa i redentoristi di non seguire le indicazioni del papa. Egli si rifà a una frase di Benedetto XVI ai vescovi vietnamiti in visita ad limina, in cui il pontefice afferma che “un buon cattolico è anche un buon cittadino”.
Il portavoce dei redentoristi, p. Peter Nguyen Van Khai, mette in luce il modo distorto con cui il governo usa le parole del papa e ricorda ad esso che il pontefice ha anche suggerito di perseguire “una sana collaborazione fra la Chiesa e lo Stato attraverso il dialogo”.
Purtroppo, egli dice, il governo sembra impreparato ad accettare questa via.
Secondo molti cattolici, più che al dialogo, il governo sembra più incline alla violenza e questa nuova campagna contro i redentoristi sembra l’inizio di una nuova campagna contro i sacerdoti.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Il comitato popolare di Ho Chi Minh City ha emesso un comunicato in cui si denuncia la comunità redentorista della città di andare contro “la politica del Partito e le leggi della nazione”. I cattolici temono la ripresa di nuove violenze contro i sacerdoti.
Il comunicato a firma di Pham Ngoc Huu, presidente del comitato è stato pubblicato il 28 dicembre scorso e diffuso in tutti i media statali. In esso si accusa la chiesa di Nostra Signora del perpetuo soccorso nella città del sud di aver organizzato delle veglie di preghiera in massa “con la partecipazione di molti preti, religiosi e laici da altre regioni del Paese senza il permesso del governo locale per distorcere, accusare in modo falso e criticare il governo”.
Il comunicato afferma che i redentorista hanno usato il bollettino parrocchiale per “pubblicare articoli e immagini che spingono i fedeli a fraintendere la politica del Partito e le leggi della nazioni”.
In effetti negli ultimi due anni, la chiesa dei redentoristi ha ospitato molti momenti di preghiera e veglie per sostenere i confratelli di Thai ha ad Hanoi, nella loro lotta per salvare i terreni della parrocchia, requisiti ingiustamente dal governo della città.
La chiesa e i fedeli di Nostra Signora del perpetuo soccorso viene da allora tenuta sotto il controllo della polizia, in uniforme e in borghese che fotografa e filma tutti i presenti. Grazie a un sistema di altoparlanti piazzati attorno alla chiesa, i poliziotti disturbano le funzioni e le veglie.
Il comunicato cita in particolare la veglia tenutasi in parrocchia lo scorso 27 luglio. Il raduno si era tenuto in occasione degli attacchi violenti contro due sacerdoti di Dong Hoi (Cfr. AsiaNews.it, 28/07/2009 Prete in coma perché picchiato dalla polizia. Proteste dei cattolici in tutto il Vietnam).
Pham Ngoc Huu attacca in modo pesante anche il padre redentorista Joseph Le Quang Uy, un noto attivista pro-life. “Le Quang Uy – dice il comunicato – aiuta le forze ostili e reazionarie a condurre propaganda contro la Repubblica socialista del Vietnam”. Il sacerdote è accusato di “sfruttare il suo ruolo nel condurre la preghiera per distorcere la situazione sociale, politica ed economica del Vietnam, denunciando il governo per violazioni dei diritti umani… minando così la grande unità nazionale”.
Nei mesi scorsi il sacerdote ha criticato le scelte del governo per lo sfruttamento delle miniere di bauxite fra i montagnard del Vietnam centrale e ha già subito attacchi dai media statali che chiedevano la sua condanna fino a 20 anni di prigione (v. AsiaNews.it, 02/07/2009 Un redentorista rischia l’accusa di voler rovesciare il regime vietnamita).
Huu accusa i redentoristi di non seguire le indicazioni del papa. Egli si rifà a una frase di Benedetto XVI ai vescovi vietnamiti in visita ad limina, in cui il pontefice afferma che “un buon cattolico è anche un buon cittadino”.
Il portavoce dei redentoristi, p. Peter Nguyen Van Khai, mette in luce il modo distorto con cui il governo usa le parole del papa e ricorda ad esso che il pontefice ha anche suggerito di perseguire “una sana collaborazione fra la Chiesa e lo Stato attraverso il dialogo”.
Purtroppo, egli dice, il governo sembra impreparato ad accettare questa via.
Secondo molti cattolici, più che al dialogo, il governo sembra più incline alla violenza e questa nuova campagna contro i redentoristi sembra l’inizio di una nuova campagna contro i sacerdoti.